Balsamo

Tutto il governo minuto per minuto. I due giovinotti sembrano baldanzosi, tutto fatto: contratto siglato, nodi sciolti.

Devono aver usato qualche balsamo speciale.

Pare che a Salvini dovrebbe andare il Ministero dell’Interno…come nei peggiori incubi.

Mentre il premier lo dovrebbero fare: DiMaio, Bonafede, Crimi…e altri due mai sentiti, prima.

Ecco tra Bonafede e Crimi non saprei quale tragedia scegliere. Per carità, belli entrambi, il fisico di ruolo ce l’hanno, non c’è alcun dubbio, magari Crimi avrebbe bisogno di un contacalorie e Bonafede un contaparole, ma sono piccolezze.

Tutto scompare davanti alla statura gigantesca di questi due statisti.

Bene, forse ci siamo, prepariamoci perché l’Italia sta per cambiare. Intanto ho letto in  una locandina di un giornale locale che nel mio Comune i vigili gireranno con la pistola, come nel Far West. Cominciamo bene. Si sfregano già le mani i produttori di armi.

Il contratto di governo è stato ultimato, forse ci sono ancora alcune cosucce da rivedere nei dettagli, ma il più è fatto.

Soprattutto mi convince il “Comitato di conciliazione”. Bello. Siccome hanno già capito che litigherano anche sul menù al ristorante, meglio premunirsi e disporre un organo terzo, dove si possa addivenire ai tanti compromessi che saranno necessari per seguire la road map che il libro dei sogni prevede.

In alcuni punti è persino antitetico.

Per esempio: la Lega vuole andare avanti con la Tav mentre i grillini vogliono bloccare i lavori. Ma non è una cosa  inconciliabile. Nel Comitatone potrebbero decidere di fare entrambe le cose, con un po’ di buona volontà si puà fare tutto.

Ma diamogli fiducia, ormai abbiamo provato di tutto, siamo (stra)rotti a tutte le esperienze, avere Grillo al governo non può scomporci.

Comunque l’ultima parola spetta al Presidente, ammesso che abbia voglia di fare lo sforzo di parlare.

“Parla poco e ride rado”, Mattarella, ma, se è vero che un” bel tacer non fu mai scritto”, il suo non è né scritto, né parlato, pardon taciuto.

Ma quando parla…speriamo di riuscire  a sentirlo. Forte e chiaro.

 

Idea a cinquestelle

Questi due che vogliono fare il governo hanno seccato. Ma noi dovremmo farci governare da due tizi che non sono capaci di mettersi d’accordo su nulla?

Che hanno scritto sul famoso contratto che vogliono chiedere a Draghi di cancellarci 250 miliardi di debito? Che vorrebbe dire farci uscire dall’Euro chiedendo di cambiare i Trattati? Ma hanno smentito, poverini e allora cosa stanno combinando, qualcosa di ancora più “rivoluzionario”?

Che avevano previsto un “Comitato di conciliazione” per le trattative controverse, in pratica un quasi “governo ombra”?

Ma chi ce li ha mandati questi? Ma non ne abbiamo abbastanza di guai senza che ci si mettano questi due baldi giovanotti a complicare le cose?

Hanno talmente tanti nodi da sciogliere che ci si potrebbe dire un rosario.

Il nodo più grosso sul quale si stanno impiccando è quello del premier: hanno fatto nomi a vanvera ma in realtà non sanno proprio a chi darla quella poltrona che scotta.

La tengano vuota, ci mettano un bambolotto sopra e la facciano finita.

Non ne posso più di sentir nominare i cinquestelle. Ma non potevano trovarsi un nome più semplice? No!

E’ impronunciabile e fastidioso. Presuntuosi e inconcludenti dalla prima all’ultima stella.

Ma 5 stelle di che? Sanno solo criticare gli altri, dare tutte le colpe dei loro fallimenti agli altri. Dopo due e mesi e mezzo nei quali ne hanno sparate di tutti i colori contraddicendosi in continuazione saranno capacissimi di dire che loro ce l’hanno messa tutta, che la colpa è di Salvini, di Berlusconi, del bajon e del destino cinico e assassino.

Ma loro, mai. E il bello è che in tanti gli credono. Hanno rincretinito 11 milioni di italiani. meritano rispetto, certo, ma posso dirgli, sommessamente che li stanno prendendo per i fondelli tutti e undici milioni quanti sono?

Ma non vedono che non cavano un ragno dal buco?Che sono solo capaci di intestarsi successi quando il successo più grande che hanno ottenuto è stato quello di  aver occupato le poltrone in Parlamento senza concludere nulla?
E che stanno da due mesi a girarsi i pollici? Ma loro non parlano di poltrone ma di temi, dicono. Bravi, le poltrone portatele tutte in ripostiglio, fateli stare tutti all’impiedi i parlamentari, al massimo si appoggino coi gomiti sui tavoli, o al limite forniteli di un seggiolino pieghevole.

Adesso dobbiamo aspettare l’esito del referendum della piattaforma Rousseau…ci mancava solo questa bella trovata per tirarla ancora per le lunghe.

Ma, idea! Perchè non fanno premier Rousseau? I loro elettori sono capaci di dire che sarebbe un’ottima idea.

Basta che sia a cinquestelle è sempre un’ottima idea.

 

Il fiume scorre lento

Il fiume è una presenza molto diffusa nel mio territorio.Ogni giorno, durante la mia passeggiata quotidiana ne costeggio uno, ma ce ne sono miriadi: fiumi, fiumiciattoli, rii e canali e canalette, dighe, chiuse…laghetti artificiali e naturali, è tutto cosi, dovunque. La presenza dell’acqua è una compagnia piacevole e della quale neppure mi accorgo tanto è costante.

Dovunque mi giri si vede il fiume che attraversa la mia città e si gira e rigira a volte pigramente e  a volte con più forza, si ingrossa e ritorna placido dopo i temporali, va in secca durante le estati siccitose o arriva quasi a tracimare negli autunni particolarmente piovosi.

Ci sono abituata, da sempre. A volte fa un po’ paura. E, anche se è successo che in qualche punto abbia, a volte, rotto gli argini , ma non ha mai causato danni troppo gravi. In più punti è stato deviato, cementificato, costretto a prendere altre direzioni, ma non ha mai “protestato”, si è sempre adattato al nuovo corso e ripreso a scorrere tranquillamente  mimetizzandosi con il  paesaggio circostante e impreziosendolo.

Quello di cui parlo non è un gran fiume, ma un piacevole corso d’acqua ombreggiato sulle due sponde da una fitta vegetazione e dove famigliole di uccelli acquatici trovano il loro habitat naturale. In questo periodo ci sono molti nuovi nati ed il percorso che faccio quotidianamente ne è piacevolmente affollato.

Sono presenze deliziose che accompagnano il tragitto che giorno dopo giorno si fa sempre più verde e punteggiato di fiori e impercettibilmente ma decisamente, cambia, si trasforma si tinge e scolora a seconda delle stagioni ed è quella metafora della vita  che ben conosciamo.

“Il fiume scorre lento, frusciando sotto i ponti, la luna brilla in cielo, dorme tutta la città…” dice una strofa di una celeberrima canzone di Domenico Modugno: “Vecchio frack”. E’ una canzone splendida soffusa di maliconia e con un sottofondo di lieve e velata ironia. Il fiume ne è il protagonista, il fiume che rende poetica anche una storia tragica. Il fiume che ci ricorda che tutto scorre e tutto passa, tutto arriva a destinazione, il fiume che nasconde segreti ma è capace di riportarli a galla e farci ritrovare e riscoprire consapevolezze che credevamo perdute.

A guardarlo, ogni mattina, mentre gli cammino accanto e lo osservo distrattamente, mi capita di sentirmi una parte del panorama.

Mi mimetizzerei anch’io, volentieri tra le acace fiorite e a volte invidio il profumo che emanano, soprattutto la sera, e mi vedo traformata in quell’unico ontano che da anni è rimasto solo dopo che gli altri due che gli crescevano accanto , sono stati abbattuti da un furioso temporale. Sembrava cosi solo e disperato qualche tempo fa, ma ora ha ripreso vigore ed è cresciuto cosi rigoglioso da non far più rimpiangere i suoi fratelli scomparsi. Ed emana una forza vitale talmente luminosa da sembrare fornito di una anima e chissà che non ce l’abbia davvero nascostra tra i cerchi concentrici che formano il suo grosso e robusto tronco, sviluppatosi negli anni ed ora cosi maestoso e ricco di sana autorità. A voler significare che dopo la tempesta, qualunque tempesta, quello che sembrava mortificato e incapace di reagire, ritorna presto a riprendere forza  e nuova vita, più forte di prima.

 

Nel nome del premier

Siamo impantanati sul nome del premier. DiMaio ha detto che si sta scrivendo la Storia, ci vuole il suo tempo.

La “rosa” ancora non è pronta, hanno parlato di temi e non di poltrone. L’importante è la rosa, la poltrona di premier è importante, perbacco se lo è. E questi cosa fanno? Lo tengono li come un particolare insignificante? Ma no, il fatto  è che il nome per Salvini è Matteo Salvini per Di Maio è Luigi Di Maio.

E non riescono a mettersi d’accordo.Comprensibile. Avrei un suggerimento, ma è una cosa seria, non scherzo, facciamo premier Luigi Salvini o in alternativa (solo perché sono buona), Matteo di Maio.

Come? Non esistono? E dove sta il problema? Si fa un giretto all’anagrafe e si risolve tutte cose.

Ma insomma, ragazzi,vi volete o no dare una smossa?

Il problema è che non sono d’accordo su niente. Ma proprio niente e non può che essere cosi. E se dovesse mai nascere questo governo durerebbe meno di un matrimonio di Trump.

Lasciate perdere, non è cosa, non siete adatti a governare. Ma c’è una cosa sulla quale si trovano d’accordo: andare subito al voto. Tornare alle urne sarebbe una pacchia, intanto riprendono fiato, ricominciano le concioni, tanto fare e disfare è sempre lavorare.

Questi non hanno proprio “fantasia de lavorà”.

Eppure il presidente Mattarella, lo ha detto chiaro: fate con comodo ma fate presto e soprattutto datemi questo benedetto nome. Ma, attenti, se non mi piace lo distruggo seduta stante e ci metto chi pare a me. E voi rimanete come due allocchi sul ramo. E se vi lamentate vi sparo pure con la pistola ad acqua cosi vi rinfrescate le idee.

Insomma la faccenda sta in questi termini: Mattarella non ha dato l’incarico al centrodestra (come secondo me avrebbe dovuto, mi scuso se mi permetto) perché gli andava cosi, ha detto ai due baldi giovani di provare a mettersi d’accordo tanto sapeva che non ci sarebbero riusciti e cosi  può fare il suo governo di tecnici che sistemi le cose prima di tornare a votare. E poi…qualche santo ci penserà.

E, dato che è tornato in pista Berlusconi che tra i due litiganti se la gode una cifra, al prossimo giro, magari ce lo ritroviamo candidato premier. Ed ecco che il problema è risolto: abbiamo il nome del premier: Silvio Berlusconi.

Non è proprio una novità ma i grillini si sfregherebbero le mani sapendo quanto potrebbero rimanere in Parlamento a mandarlo a vaffa. Infatti si stanno preparando tutti uno strapuntino comodo da tenere sempre nel trolley per quando ci saranno le sedute fiume.

A meno che quei due non riescano a trovare la tonda: governare a quattro mani… gattoni.

Già, sono cosi giovani, prima si impara a gattonare e poi a camminare.

 

 

Trump, la pornostar e… la cioccolataia

Risposta di Beppe Severgnini:
Forse perché, in materia, abbiamo passato di più e di peggio?
Pubblicato oggi sulla rubrica Italians del Corriere della Sera
Pubblico di seguito un commento ricevuto sulla mia mail privata solo come esempio di alcune “risposte”, che definirei perlomeno “disinformate” sulla questione.
“Buongiorno . Nella sua “interessantissima ed originale” lettera, lei, per dire che qualcuno ha restituito del denaro ad un altro, usa, per ben due volte,  l’espressione ” gli ha RITORNATO  il denaro”. E’ un ‘espressione inascoltabile come quella dei meridionali che, per dire ad uno di dargli dei soldi , dicono “esci la cinquanta euro”.
Ma lei dove ha frequentato le elementari ? In qualche desolata landa della provincia di Benevento? Già le cose che dice brillano per banalità e noia, almeno eviti lo stupro della lingua italiana. Poveri noi! e Severgnini che pubblica certe banalità espresse in termini così osceni. Mi dia retta: se vuole scrivere le sue teorie sul ciuffo di Trump e la presunta violenza su una pornostar ( mi viene da ridere!) almeno prima studi un po’. Eviterà figure da cioccolataia. Cordialità”

Er coccodrillo

Ho ritrovato questa filastrocca scritta a giugno dello scorso anno in romanesco (non sono romana quindi mi scuso sin d’ora coi pochi romani che dovessero mai leggere), ma mi è sembrata consona al momento attuale.

Perché se i cinquestelle al governo dovessero dimostrarsi come l’avvocatessa romana, sarebbe il disastro nel disastro.

Non ne vedo assolutamente il bisogno.

Er poppolo tradito

 

Er poppolo vabbene si ha votato
e pure doppo un po’ lei l’ha
tradito.
Come? Si avete la pazienza
d’ascortà, mò ve lo dico.

S’è messa ‘n testa
de fare l’indiana
pure se tutti sanno
ch’è romana.

Da quanno c’è Virginia
ar Campidojo tutto
se fila liscio come l’ojo.

Peccato che però niente
è cambiato ma tutto eguale
a primma sia restato.

Che ce sta a’ ffa l’avvocatessa
allora a capo der consijo
communale?

Ce sta a fa’ la bella statuina
che sopra a li tetti
col Romeo ce sale.

Dice che dritta vo’ tenè
la barra ma poi fa li
pastrocchi con quel Marra.

E allora sai Virgì mo’ che
te dico? Vedi de fila dritto
sinno Beppe ar posto tuo
ce mette bello Fico.

 

P.S. Naturalmente ora il finale andrebbe cambiato visto l’importante carica che ha preso Roberto Fico attualmente.

Allora l’ultima strofa potrebbe essere cambiata con:

Vedi de fila dritta sinnò Grillo

ar posto tuo ce mette un coccodrillo.

 

Il deltaplano

Eccoci qui! Cosa (non)fatta capo (non ha), ancora, poi vedremo.

Ma, con tutto il rispetto verso il capo dello Stato, secondo me, questo governo Karamazov (sempre che si faccia) da già l’idea di un abusivo che si è infilato in casa d’altri in assenza del proprietario. E il fatto di non aver dato il preincarico a Salvini in rappresentanza della coalizione del centrodestra che era stata la più votata, significa non aver tenuto in debito conto la volontà del popolo sovrano. Ci saranno stati mille motivi e mille giustificazioni valide, ma questo, a mio avviso è un dato di fatto in tutto questo marasma, che esce chiaro e netto.

Due mesi e passa ci sono voluti per questo bel risultato, quando i due leader avevano già sottoscritto un contratto del tipo” Patto del Sevedemo” ed hanno finto per tutto il tempo che questo aumma aumma non ci fosse mai stato. Ma a chi vogliono darla a bere?

Bisogna dire però che la diplomazia (o furbizia) parte nopea e parte lumbarda ha ottenuto lo scopo: rimuovere dalla propria strada uno scoglio grosso come una villa (di Arcore). Il cavaliere, però, secondo me oggi è più forte che mai e si aggira come un avvoltoio sopra le teste dei due contraenti del patto.

La diplomazia di Di Maio che ha smentito il collega Di Battista dicendo che lui non ha mai posto veti a Berlusconi…falso, come le sue promesse è da vero attore in carriera,  in quanto ad essere un bravo poliitco ce ne corre.

Ma bravo anche Salvini che ha dovuto fare l’equilibrista e camminare sulla corda  tra due grattacieli.

Berlusconi aveva capito tutto da un pezzo e per questo ha fatto quel teatrino all’uscita dalle consultazioni quando rivolgendosi ai giornalisti ha voluto dire la sua perché restasse a futura memoria nel caso qualche Giuda avesse tradito.

Ma Salvini per ora è riuscito a salvare la capra ma i cavoli sono ancora molto in pericolo, chi se li papperà?

Di Maio da buon primorepubblicano (altro che terza repubblica) ha messo mani e piedi avanti ed ha detto che lui non promette ancora nulla ed è ancora tutto da vedersi, inteso come messaggio al “partner” che non si faccia troppe illusioni, non sarà “benevolo”, lui, al contrario di Berlusconi.

Ma la figura migliore, mi dispiace dirlo, la fa ancora Berlusconi che ha tenuto a mettere bene in chiaro che lui di questo pasticcio non ne vuole sapere, si chiama fuori, si tiene libere le mani e pure i piedi e se si tratterà di sferrare calci ne avrà per entrambi. E, con questa mossa si dispone  tenere quel ruolo di “padre della patria” che tanto ha continuato a pretendere in tutti questi anni. Sempre che questo” deltaplano” decolli e riesca a mantenere la rotta per il tempo necessario a sistemare qualche problema (non di poco conto) prima che si schianti contro la prima collinetta.

Ho di già l’impressione che la “navigazione” sarà molto turbolenta e che la rotta subirà molti decisi e repentini cambi ma aspettiamo e vediamo, godiamoci lo spettacolo di questi primi attori, nessuno dei due può fare la spalla dell’altro, vedremo se i “comprimari” riusciranno a trattenerli dal fare a pugni (metaforicamente) o se uno dei due finirà presto k.o.

Il Parlamento della Repubblica Italiana è in trepida attesa da oltre due mesi…e intanto, noi paghiamo, Come sempre.

Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leafs and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

Il paese dei balocchi

Non li sopporto più!

Tutti con quelle faccette compunte e sussiegose. Parlo delle delegazioni che stanno facendo andata e ritorno dal Quirinale da oltre due mesi.

Un andirivieni insensato e inutile. Ora stanno consultandosi col capo dello Stato. Ancora? Ma di che  parleranno? Cosa si diranno? E Mattarella cosa dirà?

Mi piacerebbe sentirlo perchè parla cosi poco e sottovoce che credo che abbiano bisogno tutti di un cornetto acustico per sentirlo e deve essere talmente flebile la sua voce che tutti, di quello che dice se ne fanno un baffo.

Ci vorrebbe un urlo di Tarzan per metterli in riga questi qui. Tutti pensano al paese…ma quando mai? Al paese dei balocchi pensano, non al nostro. Al paese dove divertirsi una cifra, ad andare in giostra ed a menarci per il naso.

Con queste premesse se non si mettono d’accordo su un governo politico potremmo ritrovarci con un altro governo tecnico. Sarebbe un disastro. Come non vorrei tornare alle elezioni, abbiamo già dato, basta, ora tocca ai politici dare.

Ho sentito i nome dei vari premier che potrebbero essere messi a capo di questa strampalata ipotesi. Non me ne piace neppure uno.

Sarebbe un ennesimo tradimento del popolo sovrano che verrebbe trattato a pesci in faccia per l’ennesima volta.

I politici non sanno mettersi d’accordo per formare un governo? Perché lasciarli spadroneggiare in questo modo per due mesi? Non poteva Mattarella imporsi, mostrare i denti, far vedere a questi signori che lui non è li per sentire le loro barzellette ma per dare finalmente un governo al paese di cui ha estremo bisogno?

La democrazia, con questo stallo è, secondo me,  in grave pericolo, porebbero formarsi sentimenti di ribellione alle Istituzioni a causa della frustrazione che il non vedere nessuna evoluzione della situazione, può provocare nelle menti più facilmente influenzabili dagli estremismi.

Il presidente della Repubblica dovrebbe, a questo punto alzare i toni di molto, farsi sentire forte e chiaro. La voce ce l’ha, ne sono certa, la dovrebbe usare dieci tonalità più alte e rovesciare il tavolo, persino batterci sopra qualche pugno, ballarci il flamenco, ma perdinci e anche per Bacco, far finire subito questa vergognosa melina.

Raccomandiamoci

Qui da noi si sa come funziona: se vuoi lavorare devi conoscere. In pratica se conosci qualcuno che ti raccomanda allora lavori. Non è sempre stato cosi e non per tutti. Ma da qualche tempo, diciamo da quando è iniziata la crisi, la raccomandazione è diventata indispensabile. E vale per tutti i lavori anche per fare la colf o la badante o la cameriera in un ristorante.

Mi sono usciti tutti lavori da donne ma vale anche per gli uomini, naturalmente.

In politica, poi, non ne parliamo proprio. Tutti hanno da “sistemare” qualcuno: mogli, figli, parenti di secondo, terzo o quarto grado.

Non vale per tutti i lavori: ma ci sono dei lavori nei quali non entri se non sei raccomandato. Dalle aziende, alle università, le redazioni dei giornali, i negozi e negozietti, grossi centri commerciali inclusi.

Si entra per raccomandazione o segnalazione che dir si voglia. E’ un’abitudine italiana che distrugge il merito. Tutti sappiamo che molti posti, anche di prestigio, sono occupati da persone che non ne avrebbero diritto, vuoi perché mancanti delle competenze necessarie, vuoi perché non sono in posseso neppure dei requisiti basilari.

Ma per i raccomandati si chiude un occhio, si fa un’eccezione che poi, ormai, è diventata la regola.

E si fa presto a dire che il governo, soprattutto nella Pubblica Amministrazione ha introdotto criteri di trasparenza, non c’è niente da fare,il modo per far assumere in quel dato posto quella data persona si trova sempre.

Un caso eclatante è quello dei portaborse dei consiglieri regionali siciliani, assunti a josa, ben oltre il numero consentito dal buon senso e si si va a controllare si scopre che c’è tutto un parentado che circola che non lascia adito a dubbi sulla pratica raccomandatoria delle assunzioni.

Ma succede ovunque, l’Italia dei raccomandati non è certo limitata al sud.

La disoccupazione è sempre alta, soprattutto quella giovanile e sappiamo che in molti giovani laureati partono, preferiscono andare allo sbaraglio all’estero piuttosto che restare al palo per un tempo indefinito, in Italia.Ed è un vero peccato che energie e competenze vengano utilizzate da altri paesi e il nostro ne rimanga sguarnito.

Questa pratica viene tollerata se non addirittura giustificata dal fatto che chi raccomanda lo fa solo per agevolare  chi è alla ricerca di personale adeguato alle proprie esigenze, ma sappiamo bene tutti che si tratta di una favola buona per i gonzi.

Vale per tutto, la raccomandazione, persino per lavorare gratis. Sono tanti i giovani che si lasciano convincere a lavorare come stagisti senza stipendio per cercare di essere assunti, un giorno, forse, chissà… e anche per loro scatta la raccomandazione, perchè persino lavorare gratis in Italia è un’attività ambita da molti. Il lavoro intanto nobilita,  a permettere di sopravvivere a chi non ha uno stipendio è sempre la famiglia. La famiglia che pur di agevolare la carriera dei figli, si sobbarca le spese del mantenimento senza limiti di età.

Sarebbe ora e tempo che la politica si interessasse al problema del lavoro in Italia, la prima emergenza e sarebbe ora che questa abitudine della raccomandazione in tutti gli ambiti fosse perseguita persino penalmente e che, finalmente, si desse importanza al merito e non alle “conoscenze”.

Ma, come tutte le cattive abitudini, questa della raccomandazione è talmente radicata nella società che estirparla sembra quasi impossibile. Ho l’impressione che dovremo rassegnarci.

L’Italia è una Republica fondata sul lavoro, sprofondata nella corrruzione.

Raccomandiamoci…ai santi, se ne abbiamo.