Raccomandiamoci

Qui da noi si sa come funziona: se vuoi lavorare devi conoscere. In pratica se conosci qualcuno che ti raccomanda allora lavori. Non è sempre stato cosi e non per tutti. Ma da qualche tempo, diciamo da quando è iniziata la crisi, la raccomandazione è diventata indispensabile. E vale per tutti i lavori anche per fare la colf o la badante o la cameriera in un ristorante.

Mi sono usciti tutti lavori da donne ma vale anche per gli uomini, naturalmente.

In politica, poi, non ne parliamo proprio. Tutti hanno da “sistemare” qualcuno: mogli, figli, parenti di secondo, terzo o quarto grado.

Non vale per tutti i lavori: ma ci sono dei lavori nei quali non entri se non sei raccomandato. Dalle aziende, alle università, le redazioni dei giornali, i negozi e negozietti, grossi centri commerciali inclusi.

Si entra per raccomandazione o segnalazione che dir si voglia. E’ un’abitudine italiana che distrugge il merito. Tutti sappiamo che molti posti, anche di prestigio, sono occupati da persone che non ne avrebbero diritto, vuoi perché mancanti delle competenze necessarie, vuoi perché non sono in posseso neppure dei requisiti basilari.

Ma per i raccomandati si chiude un occhio, si fa un’eccezione che poi, ormai, è diventata la regola.

E si fa presto a dire che il governo, soprattutto nella Pubblica Amministrazione ha introdotto criteri di trasparenza, non c’è niente da fare,il modo per far assumere in quel dato posto quella data persona si trova sempre.

Un caso eclatante è quello dei portaborse dei consiglieri regionali siciliani, assunti a josa, ben oltre il numero consentito dal buon senso e si si va a controllare si scopre che c’è tutto un parentado che circola che non lascia adito a dubbi sulla pratica raccomandatoria delle assunzioni.

Ma succede ovunque, l’Italia dei raccomandati non è certo limitata al sud.

La disoccupazione è sempre alta, soprattutto quella giovanile e sappiamo che in molti giovani laureati partono, preferiscono andare allo sbaraglio all’estero piuttosto che restare al palo per un tempo indefinito, in Italia.Ed è un vero peccato che energie e competenze vengano utilizzate da altri paesi e il nostro ne rimanga sguarnito.

Questa pratica viene tollerata se non addirittura giustificata dal fatto che chi raccomanda lo fa solo per agevolare  chi è alla ricerca di personale adeguato alle proprie esigenze, ma sappiamo bene tutti che si tratta di una favola buona per i gonzi.

Vale per tutto, la raccomandazione, persino per lavorare gratis. Sono tanti i giovani che si lasciano convincere a lavorare come stagisti senza stipendio per cercare di essere assunti, un giorno, forse, chissà… e anche per loro scatta la raccomandazione, perchè persino lavorare gratis in Italia è un’attività ambita da molti. Il lavoro intanto nobilita,  a permettere di sopravvivere a chi non ha uno stipendio è sempre la famiglia. La famiglia che pur di agevolare la carriera dei figli, si sobbarca le spese del mantenimento senza limiti di età.

Sarebbe ora e tempo che la politica si interessasse al problema del lavoro in Italia, la prima emergenza e sarebbe ora che questa abitudine della raccomandazione in tutti gli ambiti fosse perseguita persino penalmente e che, finalmente, si desse importanza al merito e non alle “conoscenze”.

Ma, come tutte le cattive abitudini, questa della raccomandazione è talmente radicata nella società che estirparla sembra quasi impossibile. Ho l’impressione che dovremo rassegnarci.

L’Italia è una Republica fondata sul lavoro, sprofondata nella corrruzione.

Raccomandiamoci…ai santi, se ne abbiamo.

 

2 commenti su “Raccomandiamoci”

  1. Meritocrazia, meritocrazia, dove sei? Tutti ne parlano, tutti la invocano, nessuno la vuole.

    Un motivo c’è: un modo oggettivo di riconoscere il merito, toglie potere a chi vuole tenerlo ben stretto in mano, e si arroga il diritto di giudicare secondo il proprio personale criterio, promuovere o bocciare a propria esclusiva discrezione.
    Lo scopo è di tenerli strettamente in pugno.

    È lo stesso motivo per cui i segretari di partito vogliono scegliere loro i candidati in parlamento, lo stesso motivo perché i politici vogliono scegliere loro le posizioni di sottogoverno, lo stesso motivo perché i capi d’azienda si attorniano di amici accondiiscendenti e di yesmen.

    Dall’altro lato c’è la gente comune. Tra queste, la maggioranza si industria a trovare la raccomandazione, o perché ha capito come girano le cose, o perché è l’unica arma che hanno per battere quella minoranza che eccelle. Insomma anziché sforzarsi di ampliare la loro scienza si fidano più della “conoscenza”.
    Per fortuna, qualche persona che eccelle e si fida solo delle proprie forze, riesce a spuntarla.

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    • Si,ma sono davvero molto poche, in un paese democratico questo sistema cosi incarognito non può che frenare la crescita e lo sviluppo di idee nuove ed emergenti. A scapito delle nuove generazioni e di tutto il paese.

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