Pres-untosi

Questo afferma il dizionario Sabatini Coletti del presuntuoso/a:

agg. Che si crede più di quanto non sia, che ritiene di saperne più degli altri SIN borioso, superbo: essere p.; che manifesta tale modo di essere: atteggiamento p.

A volte è solo una posa ma molto spesso è una forma di perversione. Tutti sappiamo bene di che si tratta e chi è senza peccato scagli la prima pietra. E ci siamo cascati tutti, chi più chi meno…

Ecco, appunto chi più…perché certuni esagerano con la presunzione. Insomma, ne sanno sempre una pagina più del libro e spesso non sono le persone con un alto e dimostrabile grado di cultura. No, lo é di più chi dimostra una cultura, certamente, di un certo grado, ma non sufficiente da fargli ritenere di riconoscere di non sapere tutto.

Dalla famosa frase di Socrate ( o di chi per lui): so di non sapere, alla più moderna: so di sapere più di te e questo ti basti.

Ecco, questo, secondo me, definisce il presuntoso: la boria, la tracotanza, spesso cammuffata da finta umiltà con la quale spiattella le proprie verità rivelate (solo a lui). Spesso inizia i discorsi con: a mio modestissimo parere, oppure, mi permetto sommessamente di fare osservare…ma poi si lancia in invettive generalizzate verso tutto quanto non si conformi con il suo umore del momento o non gli calzi perfettamente, con una foga e una prosopopea degna di molte buone cause ma non certo quella di mettersi in mostra, sempre e comunque.

Perché il presuntuoso è anche necessariamente un narcisista al cubo.

Uno/a che ha sempre ben chiaro in testa cosa deve dire e perché la vuole dire, solo che, alla fine si scopre che le sue tirate mirano soprattutto a distruggere ipotetici avversari o contrapposti pareri od opinioni.

C’è il presuntuoso che si avvale di statistiche o studi vari per suffragare tutto il suffragabile e le snocciola come se fossero le tavole della legge e non ammette che nessuno possa contestarle perché se solo ci prova si ritroverà sommerso di altri dati statistici e studi ancora più complessi da far passare la voglia a chiunque di replicare.

Poi c’è il presuntoso pigro. Questo è un tipo che si avvale di una cultura spicciola o antica, spesso rinfrancata o addirittura di primo raccolto su Wikipedia. La sfodera in tutte le occasioni,se ne fa vanto, corregge chiunque si permetta di opinare  quanto afferma, gli si rivolge con sfrontatezza, si finge umile per poi sferrare l’attacco finale e bombarda il malcapitato “avversario” con epiteti e neologismi atti a mettere in luce quello che il presuntuoso presume o suppone siano delle caratteristiche peculiari se non dei  presunti (da lui)punti deboli di chi gli capita a tiro.

E’ difficile difendersi dai presuntosi, sono macchiavellici, infidi, spesso anche maligni con una fondo di cattiveria causata in alcuni casi da frustrazioni represse  o esperienze deludenti in campo sentimentale o amoroso a causa delle quali cercano costantemente di primeggiare sugli altri per compensare lo smacco.

La cosa migliore da fare è tenersene alla larga, riconoscerli non è difficile anche se a volte si può rimanere abbagliati dalla loro capacità di argomentare e da una dialettica spesso involuta o criptica che serve da specchietto per allodole. Ma una volta riconosciuti non si può fare altro che tenerli a debita distanza: sono persone moleste che non sanno relazionarsi con gli altri  e tendono a darne la colpa a tutti meno che a se stessi.

Decisamente da evitare, meglio sempre vivere.

Santa ciabatta

Insomma, la cosa è questa: non possiamo fare il governo  se non si trova un partito che si conformi ai diktat di Di Miao.

E chi è Di Miao? Uno che fino a poco tempo fa non si sapeva neppure esistere e che ha fatto una carriera megagalattica grazie a Grillo e a Casaleggio, i due sognatori, visionari che vogliono cambiare l’Italia.

Intanto sono riusciti a cambiare Di Miao: lo hanno trasformato da scugnizzo a Premier in attesa di (pre)giudizio entrato da un buco della Rete dentro il sistema che volevano espugnare.

Ed è davvero un bel successo. ne sentivamo il bisogno. Via Renzi, arriva DiMiao.

Questa ultima proposta di governo tra Pd e Cinquestelle, tra le impossibili alleanze per formare il nuovo governo è decisamente la più impossibile di tutte.

L’ipocrisia è tanta. I Cinquestelle vorrebbero raccontarmi che loro voglio l’intesa col Pd solo per il bene del paese. Un po’ come quei genitori che non vanno d’accordo, si vogliono lasciare e però rimangono assieme per il bene dei figli.

Grazie, ma noi non siamo bambini, siamo cresciuti e se gli italiani hanno deciso alle urne di penalizzare il Pd votando Cinquestelle non credo proprio che avrebbero piacere di ritrovarselo al governo proprio a fianco di quel partito che hanno votato per toglierselo di torno. Sarebbe una pugnalata in pieno petto. Va bene che gli elettori alle pugnalate ci hanno fatto il callo ma questa sarebbe quella che li stenderebbe tramortiti al suolo.

Stai a vedere che ora, dopo che i Cinquestelle hanno preso tutti quei voti proprio per aver insultato, denigrato, svillaneggiato, messo alla gogna, detto le peggio cose contro i democratici, ora, si svegliano improvvisamente tolleranti e ben disposti a dividere il governo con loro per il nostro bene?

Ma, andiamo, ipocrisia al cubo. Diciamo che pensano al proprio di bene ed al fatto che visto che non possono governare da soli (finalmento lo hanno capito) cercano di unirsi al “male minore” per perdere meno consensi possibili. Insomma il classico, per dirla come gli inglesi: cupboard love, che tradotto significa: amore di dispensa.

Rende l’idea, no?.

Allearsi col “male assoluto” li farebbe precipitare nei bassifondi della classifica, non gli conviene e d’altronde, si sarebbero “sposati” più volentieri con Salvini, ma quel “testone” non ci sente di emanciparsi dall’ex cavaliere (è ancora ex, vero? Non è che gli hanno ridato il cavalierato?).

Non rimane che l’odiato nemico, il peggio del peggio ma che, con una ripulita e una lucidatina si può anche far passare per il meno del peggio, sembra un gioco di parole ed è, invece, un gioco di altro tipo, ma sempre gioco e i “giocattoli” siamo noi.

Fico ha detto, tutto trafelato che lasua mission impossible è possible ,il dialogo è avviato tra i due ex nemici si apre uno spiraglio. Che bello, bello, bello…mancava solo che battesse le manine.

Ma il presidente Mattarella che fa? Tollera queste sceneggiate da asilo infantile in silenzio e santa rassegnazione?

C’è tutto un popolo che aspetta da due mesi di sapere che fine deve fare e il presidente fa il santo?

Mi scusi signor Presidente, con tutto il rispetto ma perché non gli tira una santa ciabatta a tutti ‘sti manfrinari d’alto bordo e li manda a prendere in giro gli abitanti di quel paese?

Quale? Ma “quel paese”, no?Il paese dove si fanno passare sotto al naso le peggiori ipocrisie e nefandezze, noi italiani, glielo dico col cuore in mano, non ne possiamo davvero più. Con la massima considerazione ed affetto.

 

La scuola in ginocchio

Velletri, Modena, Lucca. Gli episodi di bullismo in classe nei confronti degli insegnanti, sono intollerabili. E questi sono solo alcuni dei tanti di cui non si è conoscenza perché non hanno avuto altrettanta risonanza mediatica. Si vedono nei video episodi di violenza verbale e fisica sconcertanti. Ragazzi che lanciano cestini della carta contro la professoressa immobile sulla cattedra, terrorizzata davanti all’attacco di ragazzotti che si credono superuomini e sparano raffiche di insulti e frasi offensive e minacciano, come è successo a Velletri di sciogliere la professoressa nell’acido, o a Lucca dove un ragazzo intima al professore di mettersi in ginocchio e di non “farlo incazzare” e di mettergli 6. Il tutto condito dalle dementi risatine dei compagni che filmano la scena per poi postarla sui social. Siamo alla follia, al delirio. Questa è la vera emergenza italiana. I docenti sono presi di mira dalla furia di piccoli individui già sulla buona strada per diventare dei delinquenti in piena regola. La scuola italiana, soprattutto gli istituti tecnici, è una raccolta indifferenziata di deprivazione culturale e il risultato di politiche scellerate che hanno ridotto la scuola a centri di raccolta di frustrazioni cresciute all’ombra di famiglie disgregate e disperate, segnate dalla crisi e dalla mancanza di lavoro che ha partorito piccoli mostri. Questi episodi sono il sintomo di una società in rapida dissoluzione e sulle sue ceneri ne sta nascendo una violenta ed incurante delle regole, questi episodi sono intollerabili perché segnano una linea di non ritorno, un confine largamente superato, di disprezzo verso lo Stato e chiunque lo rappresenti. Segnano la miseria intellettuale nella quale questi ragazzi sono cresciuti abbandonati a se stessi davanti ad uno schermo che riproduce realtà violente e prive di valori essenziali per una crescita armoniosa, sana e rispettosa degli altri. Servono provvedimenti urgenti e un governo che li attui.

 

Pubblicato su “Italians” del Corriere della sera oggi.

Diritti fuorilegge

Chiara Appendino dice di aver colmato un vuoto legislativo riconoscendo la maternità a due donne, del figlio di una delle due.

Il piccolo, concepito con il metodo della fecondazione assistita, in Danimarca, ma nato in Italia il 13 aprile scorso, ora è  cittadino italiano, figlio di entrambe le donne che formano una famiglia omogenitoriale.

La legge italiana non prevede che si possa avere due madri dato che il governo ha dato l’ok alle unioni civili ma non alla stepchild adoption, cioè alla possibilità di diventare automaticamente genitore del figlio del partner e allora che cosa ha fatto questa coppia di donne?

Ha chiesto alla sindaca Appendino di forzare la legge, nel nome del progresso e della civiltà e del loro diritto di essere entrambe dichiarate madri di un figlio concepito da una delle due all’estero. Siamo al riconoscimento dell’autodiritto. I cinque stelle si astengono sullo jus soli e sono (almeno in buona parte) contrari alla stepchild adoption lasciando “libertà di coscienza”, ma poi, una delle loro amministratrici avvalla questa cosa al di fuori della legge.

Insomma. Il diritto di fare quello che ci pare, sovvertendo persino le regole del buon senso, deve essere garantito, secondo queste signore, sempre e comunque a costo di violare la legge di un paese democratico che si fonda su regole precise.

Loro non le riconoscono ma vogliono che il bambino venga dichiarato all’anagrafe  figlio di entrambe. E lo hanno ottenuto con la forzatura della sindaca di Torino.

Dobbiamo dirle brava? Al contrario, le dico che le signore avrebbero dovuto attenersi alla legge italiana e la sindaca doveva fare altrettanto.

A prescindere dal fatto che trovo un’idiozia costringere un bambino a crescere con due madri,(o due padri) e poi un bambino ha bisogno di un padre ed una madre per crescere armoniosamente, ma se deve crescere in una coppia omosessuale perché deve per forza essere figlio di entrambi quando biologicamente è una cosa impossibile? Le leggi di natura non possono essere sovvertite, a mio parere, dalla legge degli uomini. O, quantomeno, la legge non può essere bypassata solo per affermare il diritto di fare quello che si vuole. Altrimenti, con questo precedente, chiunque potrebbe recarsi in qualsiasi ufficio pubblico e pretendere, per esempio, una pensione, un vitalizio, un  attico al centro e perché no? Di essere riconosciuto figlio di Totti o di Berlusconi o di Grillo. I diritti vanno conquistati se si credono giusti, non ottenuti attraverso forzature della legge, troppo comodo.

Vedremo se questa forzatura di Chiara Appendino passerà senza conseguenze o se il Prefetto interverrà per ripristinare la legalità. Siamo senza governo, forse Chiara ha pensato che la cosa passasse  di cavalleria e magari desse un po’ di lustro al movimento?

 

P.S. Oggi si celebra il 25 aprile, Festa della Liberazione, se viviamo in un paese libero e democratico, se possiamo partecipare alla vita politica, se possiamo esprimerci liberamente e chiedere che vengano riconosciuti i nostri diritti, lo dobbiamo a chi ha sacrificato la vita per permettercelo.

Credo che dovremmo tutti, a prescindere da ogni ideologia politica, celebrare questa giornata con lo spirito di condivisione di un evento che non rimane solo un ricordo storico ma implica che tutti contribuiamo sempre a tenere viva la memoria di chi si è sacrificato affinché nel nostro paese( e nel mondo) non  atteccchiscano dittature che portano a guerre, distruzioni e atrocità.

Pensiamoci

Oggi è la giornata della Terra. Sono sicura che non gliene importa niente a quasi nessuno.

Sarà come tutte le altre giornate dedicate: un giornata come le altre in cui si fanno bei proponimenti ma poi la “ciccia” rimane sempre poca.

Come succede per la giornata contro la violenza sulle donne, succede anche per questa che celebra la nostra amata vecchia terra che non facciamo altro che bristrattare in tutti i modi possibili, allo stesso modo la violenza sulle donne non accenna a diminuire.

Si fa davvero fatica a capire che le risorse non sono illimitate e che non si può sprecare l’acqua, inquinare i mari e i fiumi, riempire di sacchetti di plastica persino le pance dei pesci, inquinare l’aria lasciando le auto accese per ore, rendere intere aree del pianeta inaccessibili a causa degli scarichi industriali, deforestare ettari ed ettari di boschi, riempire di pesticidi i campi e i massacrare il suolo col cemento?

No, mi direbbeo in tanti, non si fa fatica, si capisce benissimo, ma tu pretendi troppo. Sei una fanatica.Che differenza fa se tengo dieci minuti l’auto accesa? E io potrei rispondere: e che differenza fa se la chiudi e mi risparmi qualche tonnellata della schifezza che esce dal tuo tubo di scappamento e finisce nei miei polmoni?

Il fanatismo è ben altra cosa. Per esempio quello degli ultras durante le partite di calcio o quello di chi non sopporta che la propria squadra perda e se ne fa un punto d’onore di perorare la sua causa in tutti i modi possibili.

Oppure ancora,chi non può fare a meno di supportare un politico o un partito e si scaglia giornalmente su tutti i social contro “l’avversario”, riempendolo di insulti o ridicolizzandolo. Questo secondo me sfiora il fanatismo.

Cercare di divulgare comportamenti che servano a proteggere la terra, a difenderla dalle aggressioni che l’uomo le sferra continuamente, secondo me non solo non è fanatismo ma è opera meritoria di salvaguardia di un bene prezioso che tanti ritengono scontato.

Questa mattina sono uscita per la mia passeggiata ed ho respirato a pieni polmoni, al parco in mezzo ai mei alberi “nuovi”, pieni di foglie appena nate e rigogliosi già, in questa primavera che sembra l’inizio di una estate già troppo calda. E i profumi, il canto degli uccelli, il colore dell’acqua del fiumiciattolo che lo attraversa e che riflette questo verde universo, preservato dalla furia degli speculatori solo perché si trova all’interno di una villa dogale e sotto la Sovrintenza delle Belle Arti, mi riempiono il cuore allo stesso modo in cui da bambina li scoprivo per la prima volta.

Altrimenti ne avrebbero già fatto un insediamento di stupide villette a schiera, vendute a prezzi altissimi e a me sarebbe precluso  il piacere impagabile di camminare in mezzo alla natura.

Tutti, nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per la terra,  facciamoci un nodo al fazzoletto per ricordarci di  non tenere comportamenti sbagliati che possono sembrare ininfluenti ma che moltiplicati per centinaia di migliaia di altri comportamenti scorretti potrebbero determinare la fine del nostro meraviglioso pianeta.

Pensiamoci.

 

Fiducia

Non vorrei parlare di politica ma è più forte di me.

Oggi ne parlavo con mia sorella, volevo conoscere il suo parere sulla situazione di stallo, visto che lei ha votato i grillini. Non che sia una fanatica di Grillo, per carità, è una persona intelligente (è vero ma devo anche dirlo non sia  mai dovesse passare da queste parti…) molto delusa dal Pd, come me del resto, ha optato per chi le dava più fiducia.

E io che lei abbia dato la sua fiducia a chi, a mio parere non se la merita, non lo sopporto. Cerco di farla ragionare e le chiedo se le sembra che stiano facendo bene.

– seguono la loro linea, mi risponde senza troppa convinzione.

-ma quale linea?dico io. Ma non vedi che dicono di no a tutto?

-si ma Berlusconi non si può, pregiudicato, spregiudicato, ne ha fatte di ogni…

-si ma e allora? Ci si devono sposare? No, e gli italiani hanno votato Forza Italia.

-Contenti loro…

-Ma questa è democrazia, bisogna accettarla.

-Si, ma loro hanno la loro linea.

-Uhu…co ‘sta linea.

Peccato, mi sono dimenticata di dirle che Anche Grillo è pregiudicato e persino spregiudicato. Ma sono sicura che avrebbe fatto spallucce.

Allora le racconto il fatto di Di Battista (lei ne è una fan) le dico che ha firmato contratti con Mondadori e allora come fa a dire che Berlusconi è il male assoluto, ma i suoi soldi non gli fanno schifo?

-Ah, beh, io questa cosa non l’ho sentita.

-Tu non senti quello che non vuoi sentire…

E a questo punto siamo li li per litigare ma non vorrei perché, lei, in fondo vuole solo qualcuno che metta un po’ di ordine nella corruzione, nei conti, che migliori la vita agli italiani e si è convinta che i grillini lo possono fare.

Ma alla mia domanda se le va bene che si faccia il governo del Presidente, lei dice che piuttosto che governare con Berlusconi…e io insisto, ma allora governare con Renzi? Beh, si a questo punto la vedo perplessa.

E allora insisto: ma non lo vedi che questi non vogliono governare? Non lo vedi che cercano tutte le scuse per rimanere “vergini”, come fai a non capire, guarda (le dico) io li vorrei vedere governare per vedere se oltre che parlare sanno fare anche altro.

-Ah si hai ragione, anch’io li vorrei vedere governare…

Meno male, perché di litigare non avevo proprio voglia. E volevo finire il mio cappuccino che stava diventando tragicamente freddo.

Non so perché ma l’ho vista perplessa.

Non so perché ma forse, questa volta, il seme del dubbio sono riuscita a metterglielo nella testa.

Vedremo se germoglierà o se la “fede grillina” sulla “linea” prevarrà.

Spero non mi legga, la conosco è permalosa. Meglio di no.

 

 

Grisaglie

“Per la prima volta – si legge nel documento firmato da oltre 460 donne – il Pd è sovrastato nella rappresentanza femminile parlamentare dal M5S e dalla destra e mentre chi ha vinto le elezioni affida la leadership dei gruppi parlamentari e le cariche istituzionali alle elette, nel PD un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e “trattative” di soli uomini”.

 

Da Il Giornale.it dell’11 aprile 2018

Le donne del Pd si ribellano, chiedono di poter partecipare maggiormente alla vita del partito, chiedono a Martina di farle partecipare alle trattative per il nuovo governo o comunque di esserci.

E, perbacco, hanno ragione. Non si vedono che uomini. File di uomini, musi lunghi di uomini, cravatte di uomini, mocassini da uomo, tutti del Pd e tutti abbottonati e chiusi dentro i loro rancorosi silenzi del dopo sconfitta, serrati, sprangati nelle grisaglie mono o doppio petto. Tutte firmate, però.

Perdere non piace, brucia. Però, ragazze, vi siete svegliate tardi. Come mai non ve la prendete con Renzi? E’ lui che vi ha strizzato l’occhiolino fino a mo’: si, ma dai, ma certo, eccome no? avrete tutto da me, sono dalla vostra parte…e invece vi ha preso in giro, alla grande e siete rimaste col cero in mano a fare da tappezzeria.

Ma quei musi lunghi e legnosi non vi servono, partite al contrattacco tutte quante siete.

Tanto, lo sapete no? Sono sempre le solite raccomandate che vanno avanti, Vi servono esempi? No vero?

Ma io, per puro e maligno divertimento personale, li faccio: Madia, Boschi, Fedeli…beh, qui mi fermo.

Fedeli, poi, l’ex ministro (detto tra noi, sembra la regina di cuori di Alice nel paese delle meraviglie), sa come si fa per “arrivare”, prendete esempio, anzi no, per carità. Lo sapete anche voi quali sono i “mezzi” o i mezzucci.

No, lasciate stare i compromessi, badate al sodo e non aspettatevi solidarietà, se non di facciata, da queste signore.

Andate dritte per la vostra strada, ma non aspettatevi che vi prendano in considerazione, hanno ed avranno sempre problemi più seri delle vostre bazzecole e pinzillacchere.

Perciò, se posso, vi darei un consiglio. Io un ideuzza ce l’ho…a me piace, ve la dico? Ok, la dico, ma declino…

chiedete asilo politico a Liberi e Uguali. Loro ce l’hanno nel nome tutta l’intenzione di accogliervi e liberarvi dalle catene di quel Pd democratico à la carte.

Bussate alla porta di Grasso in massa e sono sicura vi verrà aperto e lasciateli stare tutti tra di loro a parlare di cose “serie”, a fare la figura che si meritano: quella dei maschilisti a loro insaputa.

 

Luigino Marajà

L’avvocato di Berlusconi: Alberti Casellati, incidentalmente anche presidente del Senato, va in mssione.
Mission impossible? Non proprio, l’avvocatessa Casellati conosce i suoi polli, uno per uno e saprà trovare gli argomenti.
Per esempio, prendiamone uno a caso: Luigi DiMaio. Quando se la troverà davanti lui ha già premesso che le dirà. chiaro e forte: Berlusconi no!.
E allora mi sono immaginata come la presidente possa interloquire col giovanotto.

Caro signore, lei non ha molta scelta. O volere o volare Berlusconi dovrà accettare. Eh, si. Caro lei, questa è democrazia, lei accetta Berlusconi e la cosa è fatta: state al governo con lui, che è come un buon papà e avete solo da imparare vedrete non ve ne pentirete.
Altrimenti, se non accetta rischia che si faccia un bel governo minestrone, veda lei cosa le conviene, se la minestra o il minestrone.
Povero Di Maio, non vorrei essere nei suoi panni: o salta la finestra o mangia la minestra.
Questo la premiata ditta Grillo/Casaleggio non glielo aveva detto.

Va beh, ma lo sai Dimma che la ditta cambia idea su due piedi, ha cambiato persino il programma: prima delle elezioni erano tutti no ora ci si trova qualche ni e persino qualche si.
Magia? no para…gnostia.
Vai DiMaio, fattelo piacere il cavaliere, lo so che è un rospo grosso ma tu ne hai già ingoiati tanti, vedrai che questo andrà giù che è un piacere.
E non fare l’ipocrita già lo sapevi, si va bene, fai ancora le faccette da scandalizzato, ma poi finiamola, tanto lo sai bene cosa ti aspetta.
E a te poi, alla fine che t’importa? Il garante è Grillo. Di sicuro si inventerà qualcosa.

Anche DiMaio, in fondo è attore, non comico ma attore si. Il Rodolfo Valentino della politica.

A lui, in fondo, la politica interessa poco, niente. A lui, da buon napoletano interessa soprattutto una cosa: acchiappare.

Vai Luigino Maraja.

L’ultima chance

Grillo ha visto la sua cartomante di fiducia anche oggi. Come tutti i giorni.

Vuole sapere come va a finire questa storia del governo. Non sa più che pesci pigliare. Il suo candidato premier è un po’ in ribasso, sta perdendo smalto ogni giorno che passa, eppure gli da una spolveratina ogni 24 ore ma la patina dello stress si sta posando sul volto giovane e sorridente ma leggermente apatico, del giovane leader.

Forse troppe camomille? non rischia di diventargli abulico?E poi passa troppo tempo a farsi fotografare con la nuova fidanzata, quello ha altro per la testa,altro che governare.

Forse era meglio Dibba. Con questi dubbi atroci in mente Grillo ha atteso che la cartomante stendesse i tarocchi francesi sul tavolo, con maggior ansia del solito.

Ma come ? rimugina tra sé e sé, abbiamo il mondo in mano, abbiamo il paese con noi e quello sta a cincischiare con i forni? Si, va bene, il ragazzo segue tutte le indicazioni dei suoi superiori, si sente con me(Casagrillo) e Casaleggio e Casalino due volte al giorno, non gli basta?

Insomma è furibondo e fremente.

No, niente da fare, gli dice la cartomante. Qui c’è un blocco e gli indica la carta dell’Impiccato.

Un blocco? risponde Grillo ansioso, che blocco?

Un blocco, risponde lei, un grosso ostacolo sulla vostra strada.

Questa non ci voleva, pensa Grillo.

La cartomante prosegue: però vedo anche un Papa e questo Papa è seguito da un Imperatore e…

A questo punto l’operatrice dell’occulto si ferma, guarda Grillo con aria preoccupata e poi, indicando l’ultima carta comparsa, cioè l’Imperatore, gli dice solennemente:

il sentiero è già tracciato, un uomo di più di ottant’anni sta per mettervi un grosso bastone tra le ruote…

Nooo, urla Grillo disperato, no, non può essere, ma sei sicura?

Certo risponde lei, le carte non mentono.

Grillo ha capito tutto e deve correre ai ripari, sente che il suo progetto gli sta sfuggendo dalle mani, sente che Berlusconi sta per  fregarlo, non può permetterlo.

Ecco come è andata e perché ha suggerito a Di Maio che  non gli resta che attaccarsi al carro del Pd sperando che non si sia già venduto anche le ruote. IL Pd è ormai l’unica salvezza. Non si può stare a guardare tanto per il sottile.

Già, la metamorfosi del movimento è in fase avanzata, trasformarsi in movimento democratico non sarà indolore, ma Maurizio Martina sembra avergli dato una qualche possibilità.

Meglio non lasciarsela scappare, potrebbe essere l’ultima chance di non finire seppellito da una risata.

 

P.S.:Dalla Stampa on line di oggi 18.4.2018:
“L’ex segretario Pd si sta tenendo ostentatamente fuori, come se la faccenda governo non lo riguardasse più; però mille segnali inducono a credere che Renzi possa cedere alla tentazione di riprovarci. Se con il suo beneplacito i «Dem» accettassero di sedersi al tavolo programmatico proposto dai Cinque stelle, allora Fico sarebbe il principale indiziato a favorire quel tragitto in quanto presidente della Camera, con un compito speculare a quello di Elisabetta Casellati: invece di «esplorare» l’alleanza tra centrodestra e M5S, Fico si concentrerebbe su quella tra M5S e Ps. In caso di esito favorevole, potrebbe essere lui stesso a mettere in piedi un governo, o magari tornerebbe in campo Di Maio: per saperlo adesso con certezza ci vorrebbe una cartomante”.
Lo scivo per chi, leggendo il mio articolo, scritto ieri, possa pensare che io abbia idee “strane”.

Verde Lega

Arrivano un po’ trafelati e si vede subito che Berlusconi ha in mente una delle sue trovate.

Troppo compunto, ciglio alzato, fa gli onori di casa: tu li, tu là, io qua. Lui, lei e l’altro. L’altro, naturalmente è il povero leghista. Eppure Elisa lo aveva preparato a puntino, camicia bianca, vestito a un petto…veramente il bottone tira, ma la cravatta è il vero pezzo forte. E non poteva che essere verde. Una regimental non poteva certo andare. doveva essere verde Lega. Che è una nuance particolare, non è un verde qualunque il verde Lega. Ormai i colorifici lo tengono a catalogo il verde Lega. Ma con quel vestito elegante quel verde non lega, per niente, stride. Un azzurro ci sarebbe stato molto meglio ma poi che cosa avrebbero detto i suoi? Che si era venduto a Berlusconi? Poveraccio, che pena deve essere stata la riunione a Grazioli.Il “capo”deve avere parlato sempre lui:devi dire questo e poi quest’altro e ti raccomando Matteo facciamogliela vedere a quegli antidemocratici chi siamo noi non abbiamo certo bisogno di loro fagli vedere che non abbiamo alcuna paura che possiamo anche fare da soli capito Matteo? Senza mai riprendere fiato, ma come farà?

E lui, Matteo, si era preso appunti. Infatti leggeva ma sembrava aver imparato a memoria quel discorso, letto e riletto dal “capo” che lo aveva limato e ri-limato fino allo sfinimento. E Salvini era sfinito, si capiva. Non lo regge. Ma lo deve reggere, non può mandarlo a quel paese deve stare in coalizione, tenerselo buono, fare buon viso…

Invece il viso lo tradiva. Se avesse potuto gli avrebbe detto: ma vuoi smetterela di dire quello che devo dire? lo so io quello che devo dire, chiaro? Ma non si può e allora ingoia ‘sto rospo e fai buon viso.Viso che alla fine era verde Lega.

Lui, il capo, no. Era rubizzo sotto il cerone. La faccia delle occasioni importanti, ma scanzonato e briccone e vecchio marpionaccio come al solito. Mentre Salvini parla fa un sacco di facce, muove le mani, conta, fa la faccia di circostanza, poi ripassa a memoria muovendo le labbra…tutto lo sa. Avrebbe potuto farlo lui il discorso mannaggia se non fosse per la Severino…

E invece il discorso lo fa Matteo ma alla fine si capisce che non ne può più, non capiva nemmeno quello che diceva. E’ comprensibile, la prima volta alle consultazioni, tutta la famiglia che lo guarda in Tv trepidante, si capisce , la voce trema un poco ma giusto un pochino ma trema sprattutto di rabbia.

Poi, se ne vanno e Meloni, rimasta seria e muta tutto il tempo, compunta ma con un ribollire  di budella che le si leggeva in faccia, alla fine scoppia e fa un sorrisino a Matteo e sembrano Merkel e Sarkozy in quella famosa scena quando se la ridono alle spalle di Berlusconi. Solo che ora si trattava di una risatina isterica, da stress. Deve essergli costato ad entrambi quel discorsetto mimato dal capo che sembrava un direttore d’orchestra che dirigeva due suonatori suonati.

E lui che fa? Li manda avanti e si ferma, abbraccia i microfoni e si rivolge ai giornalisti con aria da buon padre e gli dice di fare i bravi e di dire ai Cinquestelle che non conoscono l’ABC della democrazia.

Un po’ fuori programma, ma Silvio al Quirinale è di casa, non si mette soggezione è come se fosse a casa sua, dopotutto le sue dimore non hanno nulla da invidiare alla sede della presidenza della Repubblica. Anzi, i corridoi sono un tantino stretti e poco arredati, al confronto.

I tre se ne vanno, Meloni furiosa lascia la compagnia per non sbottare, Salvini se ne va a piedi per sbollire la rabbia e i giornalisti lo rincorrono.

Lui scherza, gli dice : lasciate passare il prossimo candidato premier.

Se lo sente che sarà il turno suo e se sarà, gli farà vedere i sorci verdi al capo. Verde Lega, ça va sans dire.