Emma

Sei minuti e 20 secondi sembrano niente. Eppure a me sono sembrati lunghissimi mentre osservavo, in un video, la faccia dolcissima di quella ragazza dalla testa rasata e dagli occhi pieni di lacrime.

Emma Gonzales, la portavoce dei sopravvissuti alla strage di Parkland in Florida dove in una scuola sono state massacrate 17 persone, ha parlato da un palco a Washington, durante la marcia contro le armi organizzata subito dopo l’evento e svoltasi sabato 24 Marzo. Molte altre città in America e nel resto del mondo vi hanno aderito e la vista di quella marea umana che affollava Pennsylvania Avenue era sconvolgente.

Piangeva Emma, mentre nominava ad uno ad uno i suoi compagni che non ci sono più, poi è rimasta in silenzio a guardare un punto oltre la folla, immobile, con le lacrime che le cadevano copiose ma dura e determinata, in silenzio per sei minuti e venti tesissimi secondi.

Poi ha pronunciato la frase: “Fight for your life before it is someone else’s job” (lotta per la tua vita prima che diventi il lavoro di qualcun’altro), è scesa e si è allontanata con una naturalezza ed una dignità e una fierezza sorprendenti in questa diciassettenne che ha vissuto un’esperienza che non potrà mai dimenticare e che segnerà la sua vita per sempre, mentre la folla gridava il suo nome e “never again” (mai più).

Ora tocca a chi ha in mano il potere cogliere questo messaggio arrivato da centinaia di migliaia di persone che chiedono di poter vivere senza l’incubo che un folle metta fine alla loro vita nei modi più assurdi ed impensabili, come è successo quel giorno nella scuola di quella cittadina della Florida dove nulla potrà mai essere come prima.

Tocca ai politici che hanno la possibilità di mettere mano alle leggi  che potrebbero contrastare lo strapotere delle potentissime lobby delle armi, dare un segnale di esistenza in vita di una qualche residua dignità e capacità di guardare in faccia una realtà che, dopo questa protesta, non può più essere ignorata.

 

9 commenti su “Emma”

  1. Se non c’è riuscito Obama, non sarà Trump a mettere freno alla vendita di armi in America e alla possibilità di potersele procurare con estrema facilità.
    L’immagune di Emma che hai data è molto bella e trasmette determinazione e coraggio, soprattutto in ina giovsne donna, ma basteranno? Basteranno le sfilate di protesta? Dubito.
    Le lobby negli States hanno una forza superiore al.potere e alla buona volontà di un Presidente (Obama) e al volere del popolo.

    Rispondi
    • Non lo so ma era impressionante vedere tutta quella gente anche in altre parti del mondo e la determinazione di quei ragazzi, non solo di Emma.
      Sento che non molleranno, prima o poi qualcosa otterranno, ne sono sicura.

      Rispondi
  2. Vidi una sfilata impressionante molto tempo fa, nel centro di New York. Ero al Rockfelker Center, là dove c’è la grande pista di pattinaggio col monumento dell’angelo dorato. Dopo una mezz’ora che guardavo incuriosito, andai in un ristorante.
    Quando, dopo un paio d’ore, ne uscii, la sfilata ancora procedeva, lenta, imponente, impressionante, e guardando in fondo alla Fifth Avenue, non se ne vedeva la fine.
    Era la protesta di una nazione compatta contro la guerra del Vietnam.
    In quel caso la folla ottenne il risultato, la guerra finì, finirono le bare che dal Far East avevano riempito di lutti le famiglie americane. Quella sfilata non l’ho più dimenticata.
    Ora non è la stessa cosa, ma spero vivamente che possa ottenere il nobile scopo.

    Rispondi
  3. Ho sentito dire che Trump, sensibilissimo alle proteste contro le armi, ha proposto l’uso di armi depotenziate, insomna, fra poco ci sarà licenza di “quasi uccidere”
    Povero Presidente, eletto con i voti dei costruttori d’armi non sa come cavarsela.
    Certo, gli Usa hanno il record di produzioni di armi, 30% della produzione mondiale, seguiti dalla Russia (26%). Molto distanziati gli altri paesi, la Germania, terza, produce l’8%, l’Italia solo il 2%, almeno in ciò si distingue
    Se si prova solo a leggere la casistica delle armi prodotte (esclude quella da guerra) rischiamo di entrare in stato confusionale.
    A parte le armi per uso scenico, le pistole lanciarazzi, e le armi artistiche (si, ci sono anche queste), non c’è che da scegliere:
    armi da punta e taglio, armi contundenti, storditore elettrico,
    armi da sparo, armi da fuoco, armi tipo guerra, armi da caccia, armi sportive, armi di modesta capacità offensiva (bontà loro), etc.
    Insomma in tanto marasma, come dare torto a Trump di trovarsi in stato confusionale?

    Rispondi
    • La potentissima lobby delle armi ha finanziato la campagna elettorale di Trump, come può ridurne gli utili mettendo dei paletti alla vendita quantomeno dei fucili a ripetizione? In America sono molto lassisti con le armi per legittima difesa e alcuni si costruiscono una vera santa Barbara, ma poi, ho letto che i giudici non sono cosi teneri con le donne (invogliate a tenere armi cosiddette “anti stupro”),guarda il caso, che si difendono sparando ai mariti che le picchiano o peggio e il più delle volte finiscono in galera a scontare una lunga pena senza attenuanti, sono molti casi famosi di questo tipo.
      Ma io credo che i ragazzi questa volta ce la faranno, gli leggo negli occhi una determinazione e una forza che gli deriva dalla volontà di fare in modo che i loro compagni non siano morti per niente e di onorarli, per superare, almeno un minimo il terribile trauma che hanno subito.
      Glielo auguro di cuore.

      Rispondi
    • Si, certo, molto difficile ma in alcuni casi anche l’impossibile diventa possibile. Questi ragazzi hanno la ragione dalla loro parte, hanno subito un gravissimo trauma la marcia aveva lo slogan : “March for our lives” In marcia per le nostre vite. Lo slogan definisce bene lo scopo della manifestazione: salvare i cittadini dallo strapotere delle armi e quando cosi tanta gente si presenta decisa e determinata a raggiungere un obiettivo di questa portata, ci vorrà un po’ di tempo, ma questi ragazzi prima o poi voteranno e non converrà ai politici sottovalutare il potere di quel voto.
      E da una recente statistica emerge che il 66% della popolazione americana vorrebbe maggiore controllo sulle armi e lo slogan di quei ragazzi è: “enough is enough”, quando è troppo è troppo.Forse è arrivato il momento di combattere l’ipocrisia di questa politica e gli americani lo stanno capendo nonostante tutto l’enorme battage pubblicitario per convincerli del contrario.

      Rispondi

Rispondi a Alessandro Annulla risposta