Tutti premier

Di Maio e Salvini si autoproclamano premier. Soprattutto Matteo Salvini. Deve aver parlato con un pool di piscologi della Lega e gli devono aver suggerito di sentirsi Premier. Un po’ come suggerisce l’oca Guendalina a Duchessa e i suoi gattini: ” dovete sentirvi oche”, nel delizioso film “Gli aristogatti”. Quindi “sentirsi premier” aiuta. Infatti sembra circonfuso da un aureola che gli da quasi un’aria santificata. Poi, quando dice che il primo Ministero che istituirà il suo governo (abbiamo già votato? Non me n’ero accorta) sarà quello dei disabili, non si può non vederlo già con la coroncina di rose, assiso su una nuvola. Beata ingenuità, e io che credevo di andare a votare per il mio partito, in un paese democratico e poi potevo aspettare l’esito con ansia e vedere cosa aveva preso… Macché, tutto già deciso… Però gli altri non ci stanno. Di Maio si sente già premier ormai da qualche mese e se ne va in giro per il mondo con quell’aria di chi ha già ricevuto la campanella da Gentiloni. Berlusconi poi non ne parliamo proprio. Ho visto un video su “The Guardian” online, dove un comico inglese parlava delle nostre elezioni e ci descriveva come un popolo “distratto”. Stiamo ancora ad ascoltare uno che ha avuto una miriade di processi, che ha fatto ridere il mondo con le sue gags, condannato per frode fiscale e che ora si ripresenta come se nulla fosse successo e magari gli italiani votano per il suo partito. Mi sono un po’ vergognata, anche se mai ho votato né voterei per lui. Ma poi ho pensato: ma santa patata, ma perché gli inglesi si permettono di prenderci in giro in questo modo? Eppure si permettono eccome, e gli devo dare ragione. Se, come sembra, il centrodestra guiderà di nuovo l’Italia e Berlusconi sarà il capitano in seconda, mentre Salvini sarà al timone, beh, la tentazione di espatriare mi viene. Se poi dovessero essere i Cinquestelle, chiederei asilo politico al Vaticano. O a San Marino. Pensaci tu.

 

Pubblicata oggi su “Italians” del Corriere dela sera.

23 commenti su “Tutti premier”

  1. Gentile Signora Gazzato,

    suppongo che ha già preparato le valigie perché non mi pare che la sinistra vincerà le elezioni e stavolta sarà meno facile farsi aiutare da Napolitano.

    Cordiali saluti e buon viaggio 80)

    P.S.: gli inglesi sono i migliori per ridere degli altri ma con una famiglia reale pessima come la loro non sarebbe meglio tacere ?

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    • No, non parto, dopotutto abbiamo avuto già diversi governi di centrodestra e siamo sopravvissuti (con un po’ di buona volontà).
      Ma devo dirle che neppure l’ultimo governo di centrosinistra mi è sembrato il massimo.
      Comunque gli inglesi possono ridere di ciò che gli pare, come tutti del resto, ma, magari, un po’ di autocritica non guasterebbe,
      ma mai toccargli i reali. God save the Queen.

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  2. Renzi aveva detto che sarebbe scomparso inseime alla Boschi in caso di sconfitta al referendum ed invece sono ancora li e non intendono fare nessun passo indietro.

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  3. E’ la nuova moda. Tutti difendono la Costituzione, ma al momento opportuno se ne dimenticano.
    Cominciò Berlusconi, ad associare alla scelta del partito quella del Premier(altra parola usata impropriamente). Si disse che il maggioritario conduceva a questa forzatura. E invece no, era la perdita dei valori e delle ideologie di cui erano portatori i partiti, che faceva spostare sull’uomo l’attenzione degli elettori, nonché una tendenza a trasformare, di fatto se non di diritto, la nostra Repubblica Parlamentare in Repubblica Presidenziale, con riduzione dei poteri del parlamento a vantaggio di un rafforzamento dell’esecutivo. Insomma, un tradimento strisciante della nostra Costituzione.
    Ora, benché la legge sia prevalentemente proporzionale, non solo alcuni leader si candidano al premierato, ma addirittura c’è chi presenta la lista dei ministri in fieri e chi giura fedeltà(un vero ossimoro) alla Costituzione, da Capo del Governo, quando ancora il Capo è Gentiloni, una forzatura pacchiana, che mostra disprezzo per il Presidente della Repubblica e per il Parlamento.
    Questi sono i tempi, e non vale ora recriminare. Attendiamoci -ma ne sono sicuro-che Mattarella non si faccia influenzare, scelga lui interpretando al meglio ciò che i risultati elettorali indicano, e sia come sia, ma nessuna fuga verso l’ignoto.

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  4. TUTTI gli italiani si sentono già premier. O economisti, immunologi, allenatori della Nazionale.
    Credi che le elezioni cambieranno qualcosa? Credi che Salvini o chi per esso riuscirà a togliere dal giro l’insegnante ignorante e fancazzista, l’impiegato alle poste sgarbato, il medico che ti indirizza allo studio privato? O che qualcuno nell’intero arco costituzionale ed oltre possa frenare l’invadenza dei social o l’avidità delle TLC o soltanto le telefonate rompipalle di TIM che ti propone chissachè?
    Onestamente, se ne avessi la CERTEZZA e la garanzia, lo voterei subito.
    Poi leggo la Storia, anche recente, e vedo che non ce l’hanno fatta la dittatura fascista, il consociativismo catto-comunista, il capitalismo politico, la sinistra “carina”, i 5stelle sono già in vacca e in furti prima ancora di aver conquistato il potere.
    Il pericolo è nel tuo vicino e in te stesso, non nei pupazzi mediatici, quelli sono solo sgradevoli specchi.

    Un saluto

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    • Nessuno può garantire nulla, solo cercare di governare alla meno peggio un paese già con troppi problemi e speriamo che sia il caso del prossimo.
      Ma, pericoli in me stessa, francamente non ne vedo. Voterò Liberi e Uguali, sperando che riescano almeno a vigilare sulla democrazia dall’opposizione.
      Cosi, a naso, ho l’impressione che tu stia dalla parte dell’astensione, o sbaglio?

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      • “Non si viveva poi così bene in Italia, non ci hanno lasciato cambiare niente… e allora gli ho detto… avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice… così gli ho detto, e son tornato qui…” (Diego Abatantuono come Sergente Lorusso, “Mediterraneo”)
        Non sbagli. Nel corso della vita ho votato per chiunque, escludendo il Berlusca e i fasci più fasci : mi hanno (CI hanno) tradito TUTTI. Sono andati a schifìo persino i Radicali. Quelli che non hanno tradito sono stati eliminati dal “fuoco amico”.
        Votare, dici. Bene. Poi Whirlpool riapre? Gli schiavi neri che raccolgono pomodori al Sud li liberano e li assumono? Smettono di menare i prof? Chiudono le chat pedoporno? Io volo basso, queste sono le cose che mi interessano.

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        • Non voli tanto basso. Sono cose di interesse generale. Ma credi che non votando le cose si mettano meglio?
          Io penso che votare sia l’unico mezzo che abbiamo per poter veramente cambiare qualche cosa, non dico tanto ma qualche cosa si e se non votiamo sono gli altri a decidere per noi e allora non ci possiamo lamentare.

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          • Perchè se votiamo chi decide? e davvero poi possiamo lamentarci? e con chi? e con che risultato?
            Non siamo Protestanti, che il favore di Dio lo vedono nel successo nel lavoro: noi siamo Cattolici, “pecca fortemente e pentiti fortemente”, noi il premio lo prendiamo nell’aldilà con una pateravegloria un attimo prima della partenza. Non ce la possiamo fare. IO cambio quello che IO posso cambiare, e IO ci provo. Non DiMaio o pincopallo. Se lo facessero tutti lo farebbero anche i politici, sono come noi, non sono alieni. Se IO parcheggio in doppia fila e viaggio sul tram a sbafo il politico parcheggerà in doppia fila e sbaferà milioni, non c’è differenza.

          • Beh, allora possiamo cominciare noi a dare l’esempio. Io non parcheggio in doppia fila (e pago sempre il biglietto) e mi aspetto che non lo faccia neppure il politico. E che se lo fa venga multato. A questo servono le Istituzioni.

  5. “IO cambio quello che IO posso cambiare, e IO ci provo. Non DiMaio o pincopallo.”

    Alberto, guarda che l’abbiamo già avuto un “ghe pensi mi”

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  6. Il pericolo che aleggia, in questa vigilia di elezioni, non è tanto il cattivo tempo che imperversa in quasi tutta Italia,
    e che potrebbe influire sull’afflusso alle urne,
    quanto una sfiducia crescente della gente nella politica e nelle istituzioni, ossia quel fenomeno che ha nome di qualunquismo e che alla fine si esprime nel rigetto in toto della politica e nell’astensionismo.
    Il qualunquismo, secondo me, è il male del nostro tempo. Non è  vero che nasca per esclusiva colpa della politica.
    Certo, da che mondo è mondo, c’è una sorta di disamore per il politico in sé, specie per chi governa, e in genere per tutti coloro che occupano posizioni di preminenza nella società.
    Ma, oltre il distacco che può verificarsi tra una classe politica tutta presa dai propri problemi di potere, e il popolo alle prese con quelli propri reali, credo ci siano altre componenti che lo determinano
    Una di queste è da riscontrarsi nelle aspettative individuali, alimentate soesso da una buona dose di populismo da parte dei politici, e la constatazione di quanto differenza ci sia tra esse e i risultati concreti.
    Un’altra è la lentezza con cui i cambiamenti si producono nel Paese, in contrasto col desiderio di poter cambiare subito lo stato delle cose.
    Un’altra,  al contrario, è  la percezione che non si riuscirà mai a cambiare nulla e che è inutile lottare. Si dice che l’erario verrà comunque dissipato per inefficienze, ruberie, e interessi personali, che gli evasori fiscali ci saranno sempre, e che la corruzione e le mafie non potranno mai essere debellate.
    Ma c’è anche una componente psicologica che gioca, come lo scaricare le frustrazioni personali e gli insuccessi su un capro espiatorio, scelto generalmente tra i personaggi politici o tra le istituzioni.
    Infine, secondo me,  l’affermarsi vertiginoso delle nuove tecnologie, in particolare quella dei computer miniaturizzati sempre piu multifunzionali, e della rete sempre più sviluppata e accessibile a tutti, se usati malamente, possono produrre nell’individuo uno straniamento dalla realtà, unito a un falso senso di onnipotenza, che fanno ritenere la politica strumento superato e inadeguato per gestire la propria vita e quella della più vasta comunità del paese.
    A questo punto non e solo la politica che deve profondamente cambiare.

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    • Credo che la politica debba saper gestire i cambiamenti e che se c’è una crescente sfiducia nella politica la colpa sia soprattutto della politica. Non è il popolo ad essere populista ma i politici che vellicano gli istinti peggiori nel popolo cercando di prendere i voti alimentando le paure.
      E sono i risultati disastrosi di politiche sbagliate non le scelte dei cittadini che in buona fede votano chi gli promette mari e monti, le cause principali di questo disamore diffuso che provoca l’astensionismo.
      Le elezioni non sono una riffa o un giochetto di società: servono ad eleggere chi ci deve rappresentare e chi deve sostenere il peso di guidare un intero paese.
      Se il sistema fa si che i politici si eleggano tra loro non permettendo mai ai cittadini di esprimersi sui candidati, si produce un circolo vizioso e questo non fa certo bene all’idea che i cittadini hanno della politica. Se poi ci si mettono le lobby, gli interessi privati che confliggono con quelli generali, la diffusa corruzione, i nepotismi e le leggi che, invece che favorire uno sviluppo armonico del paese, lo soffocano sotto la stretta di una burocrazia asfissiante, allora si può veramente affermare che le colpe della disaffezione siano da ricercare altrove?

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  7. Populismo è fare promesse gradlite alla parte piu influenzabile del popolo, sapendo di non poterle mantenere. Tende a carpire il voto con l’inganno, può essere causa futura di astensionismo, ma non è causa oggi.
    Comunque qualsiasi causa produca disaffezione e sfiducia verso la politica, oggi o in futuro, non giustifica l’astensionismo di chi vive in un Paese democratico, che chiede il libero voto popolare a suffragio uiversale per fare le scelte politiche.
    Per capirne l’inutilità occorre chiedere a che serve.
    Serve a scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento?
    Serve a scegiere chi ci governerà?
    Serve a migliorarne la qualità e le prestazioni?
    Serve a migliorare il sistema?
    Serve a scardinarlo?
    La risposta a tutte queste domande è no.
    Anche se gli astensionisti fossero la maggioranza, questa maggioranza non avrebbe rappresentanza politica, ossia non entrerebbe nei posti dove si prendono le decisioni.
    Per avere peso devono pur sempre organizzarsi e sollevare una protesta comune, contestare, andare nelle piazze, fare girotondi, sit-in, ma alla fine occorrerà che qualche partito politico ne raccolga la protesta per portarla nella sedi istituzionali, e chiederà il voto,
    a meno che non si organizzi una rivoluzione. Difficile oggigiorno.
    In ogni caso occorre un “impegno forte”, dentro o fuori la Costituzione, disposizione che non attiene agli astensionisti di oggi.

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    • Purtroppo le mancate promesse sono proprio la causa principale dell’astensionismo di oggi. Non c’è una sola causa ma molte e tutte derivanti dalla scarsa capacità della politica di prendersi cura del bene comune che, negli ultimi decenni è stato sostituito col bene” in comune” tra pochi. Quello che deprime di più secondo me, è la mancanza di prospettive. E’ sapere di avere tutte le porte chiuse sprangate e non poter fare niente per aprirle se non manifestare con l’astensione e col disinteresse il proprio profondo disagio.

      E’ una controrivoluzione muta e sorda che non serve a niente se non a fare scannare i politici tra di loro per ottenerne i consensi. E ad alzare la posta fino all’assurdo.
      Ma ciò non toglie che votare è sempre meglio che non votare, anche se dopo questa descrizione ho qualche perplessità.
      Ma so che mi passerà presto. So chi votare e lo farò con fermezza e decisione. E speranza.Anche se in tanti vorrebero toglierci pure quella.

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  8. Tutti premier… meno io. Così Renzi ieri da Vespa… be’ non proprio così esplicito, ma ha fatto capire che la poltrona non gli interessa, è la salute del Paese che gl’interessa.
    All’opposto Berlusconi, lui direbbe nessun premier se non io, lascando intendere che Tajani, da lui proposto all’ultim’ora, è una sua controfigura.
    Chi invece è arci certo del suo premierato è Di Maio che ha già spedito a Mattarella le lista dei ministri, non è charo se abbiano già giurato nelle sue stesse mani, fedeltà alla Costituziine, ma non importa, l’importante è prevaricare, e Mattarella col suo aspetto mite sembra che si presti. E invece no.
    Certo Mattarella avrà il suo da fare per dipanare la massa, ma volete scommettere che sorprenderà tutti? Lascerà l’incarico a Gentiloni per un governo di scopo: quello di varare una nuova legge elettorale che permetta la governabilità: isomma, un ritorno… all’IItalicum,
    che sarà il nostro futuro-passato.

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    • Veramente non se ne può davvero più di governi di scopo. Ma quale scopo? Quello di prenderci per i fondelli ancora una volta? Ma se il PD ha avuto cinque anni per fare una nuova L/E ed ha partorito quella cosa ibrida che non permette di avere un governo ma solo un’accozzaglia non ben definita, perché adesso un altro governo di scopo dovrebbe essere in grado di varare ancora l’ennesima schifezza? E Renzi sarebbe interessato alla salute del paese? Ma tu guarda! E allora come mai ha distrutto il partito democratico, creato questa baraonda elettorale mettendoci in ridicolo e sotto la lente d’ingrandimento del mondo che aspetta con ansia di sapere che fine faremo?
      Ancora con l’Italicum? Ma e allora perché non è stato approvato quando era in approvazione? Non perché la Consulta l’ha bocciato? Ed ora perché dovrebbe approvarlo?
      Berlusconi, Gentiloni, DiMaio, Renzi, Salvini…Mattarella ci dovrà pensare bene ma quando sarà il momento darà l’incarico di formare il governo a chi avrà avuto più voti e allora si che vedremo se sono disposti ad allearsi anche col (l’innominabile) pur di prendere il potere.
      La vedo brutta, brutta. Temo che l’astensione sarà altissima (per scelta) e che chi voterà darà la maggioranza alle destre che sventolano lo spauracchio degli immigrati clandestini. E un governo Lega, Forza Italia, Pd, mi pare il più probabile…per il bene del paese. Con Salvini premier.
      Renzi non è interessanto alla poltrona? No, certo, per lui ci vuole un materasso a due piazze.

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  9. Tutti sono d’accordo che la legge elettorale è un pasticcio.
    È molto probabile che col voto di domenica, nessuna coalizione avrà la maggioranza per governare.
    Nesuna coalizione sembra disposta a fare da stampella all’altra per un governo che risulterebbe necessariamente debole.
    Ritornare al voto con la stessa legge sarebbe una follia.
    Gentiloni è ancora lì nel pieno dei suoi poteri, mi pare non ci sia via d’uscita: ridargli l’incarico a tempo limitato, finché non venga varata una nuova legge elettorale
    (se non l’Italicum, qualcosa che gli somigli) e tornare alle urne.
    Sembra ragionevole, ma non mettiamo limiti, le vie del potere sono infinite.

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    • Più le cose sono provvisorie in Italia e più durano. NO, io spero proprio di no, spero che Gentiloni vada a casa al primo turno e poi affidiamoci al nostro santo protettore. Sperando che non ci mandi al…

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